Il primo livello della storia dei nostri gamer


La nostra storia comincia da una semplice busta di patatine, Leo voleva controllare gli ingredienti dei loro possibili acquisti per la serata, ma a causa della scarsa altezza non arrivava allo scaffale.

Certo: era biondo e con occhi verdi, ma l'altezza, se pure avesse quasi 17 anni, giocava parecchio sfavore. Per fortuna Marco aveva deciso di accompagnarlo. Per lui l'altezza non era un problema, se pure avesse solo 16 anni. Quindi, la procedura era questa: per ogni semplice controllo o curiosità, Leo chiedeva sempre a Marco. Per esempio: "Mi passi le patatine lì sopra?" oppure "Che cos'è la fecola di patate?"


Entrambi erano eccitati per la loro serata, si sarebbero collegati al sito di StarCraft, attraverso il pc di Leo, per vedere in diretta, il torneo internazionale, il loro gioco preferito, nonché argomento primario delle loro lunghe conversazioni.


A quella serata erano invitati anche: Frank, nonché il loro miglior amico nella vita reale e orribile stratega nel videogioco e forse sarebbe venuta anche Vittoria, che però per la sua iperattività non si sapeva mai se venisse o se passasse l'intera serata a buttarsi dagli scogli, il suo sport preferito.


Comunque, torniamo a Marco che passava a Leo gli articoli per il controllo sanitario. Questa manovra "necessaria" doveva però essere svolta molto velocemente, per non fare arrabbiare il nonno di Marco che stava aspettando nella sua auto, che secondo Leo era stata teletrasportata dal secolo scorso, completa di ruggine e motore a carbone.


Il nonno di Marco non era per niente famoso per la sua disponibilità, ma quel giorno stranamente si era offerto gentilmente di accompagnare il nipote e il suo amico al centro commerciale.


Dopo aver ispezionato il minimarket, pagato la spesa, Leo e Marco avevano calmato il nonno che si stava perdendo la sua partita a bocce in spiaggia. Certo che sarebbe riuscito ad arrivare in tempo al campeggio, era a pochi chilometri da lì!


Il villaggio, campeggio era lì vicino, un viale alberato a pochi passi dalla spiaggia, lungo un paio di chilometri.
L'attrazione principale, oltre alla spiaggia, era il parchetto, una zona recintata, aperta in determinati orari, con il calciobalilla, il rompicollo, lo scivolo eccetera eccetera...


Marco e Leo, arrivati con i viveri si erano incamminati verso la roulotte di Frank, dove si sarebbero goduti la serata.

La roulotte di Frank era nella parte più estrema del campeggio, dove c'erano meno rumore, meno persone, un buon wifi, soprattutto c'era il mare, in pratica il posto perfetto.


Trovarono Frank nella sua postazione “video game”, completamente attaccato al pc, in piena partita. A guardarlo da fuori non avresti mai detto che fosse un tipo da videogame: con i suoi capelli ricci, la sua altezza e la sua leggera barbetta sembrava piuttosto uno da campetto sportivo.


Non c'era traccia di Vittoria, infatti probabilmente era in spiaggia, a lanciarsi giù dagli scogli, di fianco alla torre che si vedeva in fondo alla baia. La torre era probabilmente alta una decina di metri e quasi del tutto diroccata. Sembrava che potesse crollare da un momento all'altro e allo stesso tempo torreggiava su tutta la spiaggia.


Finalmente verso le cinque e mezza del pomeriggio Frank finì la partita e si degnò di aprire la roulotte, permettendo a Marco e a Leo di spostare le bibite che erano in ebollizione al sole, nel mini frigo.


Le sistemarono accuratamente, su ordine del vigile urbano Leo, che mandava ordini a tutti: "Caciocavallo a destra, di fianco alla bibita gassata e spostare a sinistra le orecchiette, poi se inserite la coca, ci stà tutto...". 
 “Subito Signor comandante” commentava Frank.


Allora i genitori di Frank che stavano per uscire, fecero il solito discorsetto: “Non giocare troppo col cellulare, stai con la faccia a debita distanza dallo schermo, le chiavi sono sotto lo zerbino e non giocate tutta la sera. Se vi doveste annoiare venite con noi a ballare la zitella con Pasqualino”.


E Frank : “Mica dobbiamo giocare, dobbiamo vedere il campionato, che è ben diverso dal giocare. Come se dovessimo vedere un film, non vorresti impedirci di vedere un film, vero!?”.


I genitori di Leo dopo aver perso il dibattito, si incamminarono per la passeggiata giornaliera, che come al solito si sarebbe conclusa con un qualche giro di pista accompagnata dalla musica di Pasqualino.


Solo allora, cominciavano i preparativi per la grande serata. Però dovevano prima controllare la connessione wifi, a cui il pc di Frank doveva essere collegato ogni volta che si spegneva. Cosa che era successa, all'arrivo dei genitori. Prima che qualcuno potesse riaccenderlo, il cellulare di Leo cominciò a squillare:


Leo: “?”


Vittoria: “Sono vittoria, vi chiamo per sapere se volete una pizza?”


 Leo: “Va benissimo”


Marco: “Chi è al cellulare?”


Leo dopo avergli agganciato gli rispose: “E' Vittoria, voleva sapere se volevamo delle pizze”


Marco: “Tu cosa hai risposto”.


Leo: “Che andava bene”.


Dopo l'interrogatorio di Marco, Leo si mise a collegare il wifi con il pc, mentre Marco era occupato nelle solite impegnanti discussioni fra quale fosse la specie del gioco più forte :


Marco: “Secondo me gli umani hanno una buona difesa, che in certi casi è molto utile, in più hanno due modalità in cui possono avere unità differenti, quindi potrebbero essere i migliori.”


Frank: “No, ti sbagli, gli Zerg sono più forti degli umani, fanno leggermente meno danno, ma compensano con la loro immensa superiorità numerica. Sono anche più veloci di qualsiasi unità e hanno solo lo svantaggio che quando crei un edificio distruggi un unità.”


Leo finito di collegare il wifi, si uni all’accesa conversazione: “I Protos sono più forti di entrambi, perché hanno gli scudi, che oltre tutto si rigenerano da soli e hanno il Portastormi."


E Frank : “Ma tanto ti uccidiamo prima che tu riesca a crearli, basta distruggerti quei quattro cristallini che ti alimentano la base e sei spacciato.”


Leo li guardo con aria di sfida, ma prima che riuscisse a reagire, arrivò Vittoria sul suo waveboard con le pizze.Vittoria l'unica ragazza del campeggio con i capelli viola, l'unica ad essere così tanto iperattiva. I suoi genitori le avevano comprato un waveboard, su cui una buona parte della gente in quel campeggio aveva almeno fatto un giro, solo un quarto senza gravi danni fisici.  Una trappola mortale insomma che Vittoria lasciava credere “facile da guidare”.


Vittoria scocciata: “Il calcio balilla oggi è proprio pieno della feccia peggiore perfino dei Protos,”


Leo offeso: “Ehi!?!”


Vittoria: “Manco una partita mi hanno lasciato fare!?”


Mentre la pizza di Vittoria veniva divisa in “parti uguali”, il sole cominciava a tramontare dietro la torre, completamente circondata dai colori che continuavano a cambiare, dal rosa all'arancione fino al giallo. La spiaggia era ormai deserta, c’era solo il bagnino Mimmo che chiudeva il suo barbecue e poi la sua roulotte camuffata con erba secca, per tornare alla sua casetta. 

Finita la pizza cominciò la prima partita, si misero a tifare ognuno il proprio giocatore preferito, che casualmente aveva la sua stessa specie. Alla fine del torneo, ormai all'una cominciarono le loro chiacchierate sugli esiti, a bassa voce per non svegliare i genitori di Frank.


Frank: “Secondo me Tassador doveva spostare il suo esercito in difesa e poi contrattaccare”.


Marco: “Non poteva, l'esercito nemico si è diviso in due ondate, se avesse contrattaccato, dopo aver fermato la prima ondata, comunque la seconda lo avrebbe inesorabilmente distrutto”.


Ma a quel punto la loro attenzione fù attratta da una luce proveniente da un oggetto in movimento, sul mare a qualche centinaio di metri di distanza dalla riva.


La luce era l'unico punto luminoso della baia, se pur fosse non molto grande, ma comunque si stava muovendo molto velocemente. Non solo in una direzione, sembrava quasi oscillare come una lucciola impazzita. E continuava, finché con un leggero sobbalzo si spense.


Tutti e quattro erano più confusi di quanto lo fosse Il Distruttore, quella volta epica in cui era rimasto chiuso in un attacco a tenaglia dei Protos.


Nel casino Marco, si accorse che la luce era riapparsa, dall'altra parte della baia, ma non oscillava come prima.

Ora invece sembrava quasi viva e si muoveva continuamente,  andava a destra, in alto, continuava in basso, faceva due giri di rotazione. Fece un altro balzo verso l’alto, poi si fermò andando a picco giù e si spense definitivamente.

A quel punto Leo sussurrò fra i denti: “Aiuto, sono sbarcati gli Zerg!!”

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